Lunedì, 26 Gennaio 2015 11:52

Scarpuzze e appizzamu o muru

Risposta di default che parte automaticamente dall’orifizio siculo alla domanda sui suoi programmi futuri (in particolare riguardo i week end, il natale, il capodanno, la pasquetta e le vacanze estive). Tale scottante questione fa scattare nella mente lagnusa del trinacriota un meccanismo di autodifesa che preferisce impegnarsi a programmare attività  lunghe e noiose come cucire a maglia una notevole quantità di piccoli indumenti che hanno lo scopo di preservare gli estremi degli arti inferiori. La quantità in eccesso prodotta di tali indumenti possono infine essere utilizzati per adornare le pareti di casa.

Lunedì, 26 Gennaio 2015 11:52

A tràsi e nesci

Tecnica retorica e diplomatica sicula il cui contenuto del discorso, che in teoria dovrebbe avere lo scopo di esprimere una opinione riguardo ad una specifico argomento, risulta invece talmente arzigogolato che il flusso superfluo di informazioni si vaporizza non appena raggiunge il cervello dell’interlocutore, lasciando quest’ultimo con la sensazione di avere appena dialogato con il fumo di una “arrustuta”.   Si paragona, per efficacia, alla tecnica della “supercazzola come se fosse antani”.

Lunedì, 26 Gennaio 2015 11:52

Accattati u parrapicca

Farmaco “orale” rivolto ad individuo che soffre di eccessiva logorrea, che è una malattia simile alla diarrea ma, a differenza di tale disturbo fisiologico, essa è caratterizzata da una eccessiva emissione giornaliera di parole il cui contenuto riguarda soprattutto vicende altrui. Tale trattamento consiste nell’inibire l'evacuazione di informazioni superflue inducendo l’individuo logorroico ad una stitichezza verbale.
Rimedio acquistabile da qualsiasi rivenditore autorizzato a mandarti a quel paese!

 

 

Lunedì, 26 Gennaio 2015 11:37

A schifìu finì

Valutazione dell’esito di una impresa che ha avuto risvolti talmente disastrosi da provocare nel siculo un senso di profonda repulsione e disgusto, come quando il trinacriota si trova propinato a fine cena un cotechino con lenticchie piuttosto di un bella teglia di “caddozzi di sasizza” con le patate o di un  meraviglioso vassoio di cannoli con ricotta.

 

Valutazione dell’esito di una impresa che ha avuto risvolti talmente disastrosi da provocare nel siculo un senso di profonda repulsione e disgusto, come quando il trinacriota si trova propinato a fine cena un cotechino con lenticchie piuttosto di un bella teglia di “caddozzi di sasizza” con le patate o di un  meraviglioso vassoio di cannoli con ricotta.

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